L’Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam propone la presentazione del libro
‘Riaffiorano le nostre vite – Aat Breur-Hibma a Ravensbrück, racconti e disegni’,
titolo della versione italiana del libro ‘Een verborgen herinnering – Tekeningen van Aat Breur uit Ravensbrück’ scritto da Dunya Breur nel 1983, tradotto dall’olandese da Franco Tirletti.
Il libro, uscito in Italia a gennaio scorso, è edito dall’Enciclopedia delle Donne di Milano con il sostegno dell’ANED.
L’opera ha una particolare rilevanza trattando dell’unico campo di concentramento nazista esclusivamente femminile: il famigerato Lager di Ravensbrück (1939-1945). La voce dell’autrice Dunya Breur fa da filo conduttore e riporta le testimonianze da lei raccolte di alcune donne sopravvissute al campo. In particolare, le vicende di sua madre Aat, artista figurativa, che pur essendo proibito disegnare nei lager, realizzò una serie di disegni in loco rischiando la vita. I disegni sono pubblicati nel libro con la collaborazione di Sander e Gerben Breur, figli di Dunya, e del Rijksmuseum di Amsterdam, dove sono attualmente conservati.
La storia inizia ad Amsterdam nell’appartamento al quarto piano di Nieuwezijds Kolk nr. 11. Là viveva Aat Breur con due figli piccoli, Wim e Dunya, e un ragazzino ebreo che nascondeva ai nazisti. Aat e suo marito Krijn erano membri attivi della Resistenza olandese.
Il 19 novembre 1942, in seguito a una soffiata, dodici poliziotti irruppero nell’appartamento per arrestarla. Quello stesso giorno, suo marito Krijn, che viveva in clandestinità, veniva catturato a L’Aia. Da quel momento le loro vite avrebbero preso un corso inopinatamente drammatico.
‘Riaffiorano le nostre vite’ è una storia corale al femminile, che fa rivivere la tragedia e l’orrore del Lager così come la crudeltà di cui è capace l’essere umano. Ma anche la solidarietà e il sostegno reciproco tra donne, ai cui corpi oltraggiati Aat Breur-Hibma restituì umanità attraverso i suoi disegni. La storia di Aat, intrecciata a quella delle sue compagne di prigionia, parla di lotta per la vita, di violenze, di speranze, e poi tutte queste voci divengono memoria collettiva, memoria da tramandare alle prossime generazioni. Dunya afferma nel libro: “ho scritto questo libro semplicemente perché dovevo, […] Un ricordo delle persone di cui non abbiamo ricordi.” Mentre la frase conclusiva del libro è di Aat: “Penso proprio che abbia senso parlarne ai giovani. Ho speranza e fiducia in questa nuova generazione, la generazione dei miei nipoti.”
La città di Amsterdam ha un valore simbolico per il libro, così come il mese di aprile. Infatti, il prossimo aprile 2023 si celebrano 40 anni dall’uscita della prima edizione olandese (1983) e 80 anni dalla deportazione di Aat Breur-Hibma, avvenuta nel 1943. Aprile è anche significativo per ricordare la liberazione del campo di Ravensbrück, avvenuta tra il 29 e il 30 aprile 1945 con l’arrivo dell’Armata Rossa. Per finire, la prima mostra dei disegni di Aat Breur-Hibma venne organizzata presso il Rijksmuseum di Amsterdam il 29 aprile 1982.
Alla presentazione che avrà luogo 21 aprile 2023, ore 18.30, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam – in lingua italiana con traduzione simultanea in olandese -, interverranno:
– Sander e Gerben Breur, figli di Dunya e nipoti di Aat, con un video-saluto in inglese.
– la signora Ambra Laurenzi, presidente del Comitato Internazionale di Ravensbrück (IRK) che parlerà del campo femminile di Ravensbrück accennandone la storia, ma anche dell’importanza della trasmissione della memoria alle generazioni future.
– la signora Margherita Marcheselli, co-fondatrice e redattrice dell’Enciclopedia delle Donne di Milano che racconterà come è nato il progetto del libro e parlerà dell’interessante piattaforma di cui lei è redattrice, indicandone la rilevanza nella divulgazione della cultura al femminile.
– Franco Tirletti, autore e traduttore che riporterà i punti salienti delle vite di Aat e Dunya Breur, di cui ha scritto le biografie per l’Enciclopedia delle Donne, e della sua esperienza con la traduzione di questo testo storicamente importante.
Ingresso libero con prenotazione