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Un film al mese. Proiezione di “Comandante”

comandante

L’Istituto Italiano di Cultura in collaborazione con Italian Cineclub e Het Ketelhuis

presenta

Comandante  

film drammatico di Edoardo De Angelis

con Pierfrancesco Favino, Massimiliano Rossi, Johan Heldenberg, Arturo Muselli, Johannes Wirix, Silvia D’Amico.

Giovedì 19 settembre, ore 20.30
presso Het Ketelhuis, Pazzanistraat 4, Amsterdam

Il film sarà in italiano con sottotitoli in inglese.

Il regista Edoardo De Angelis interverrà in videoconferenza subito dopo la proiezione per incontrare il pubblico, per cui non ci sarà introduzione e il film inizierà alle 20.30 in punto. Si raccomanda di entrare in sala con la massima puntualità. 

 

Un apologo potente sulla necessità di restare umani che squarcia la retorica della guerra e dei nazionalismi.

‘Restiamo umani’, così chiudeva i suoi pezzi l’attivista e giornalista italiano Vittorio Arrigoni prima di essere rapito e ucciso a Gaza nel 2011 da un gruppo di estremisti salafiti in guerra contro i palestinesi. Restare umani anche quando il sistema e la società ci chiedono di non farlo, come accade appunto in tempo di guerra quando il nemico, secondo la propaganda e la retorica nazionalista, è solo un mostro da distruggere e annientare senza pietà. Il film di Edoardo De Angelis racconta appunto un episodio (realmente accaduto) di rara umanità avvenuto durante l’ultimo conflitto mondiale. Nel 1940 Salvatore Todaro (uno straordinario Pierfrancesco Favino), comandante di sottomarini della regia marina italiana, affonda una nave belga. Nonostante il parere contrario dei suoi sottoposti e gli ordini ricevuti, decide di soccorrere i naufraghi e di portarli fino al porto più vicino, navigando in emersione e assumendosi il rischio di venire avvistato da altre navi nemiche. Non fatevi ingannare dall’ambientazione storica, anche se la ricostruzione scenografica è particolrmente curata, perché in tempi come questi, di rifugiati, di naufraghi e di sbarchi di migranti, la vicenda narrata nel film è particolarmente attuale e toccante. Il film ha aperto l’ottantesima Mostra del Cinema di Venezia,  ha ricevuto 6 nomination ai Nastri

Flavio Aulino

 

PRENOTAZIONI SOLO TRAMITE EMAIL AL SEGUENTE INDIRIZZO:

cineclubamsterdam@gmail.com

Il biglietto costa 7 euro se acquistato con il link che riceverete prenotando all’indirizzo cineclubamsterdam@gmail.com (gratis per i possessori di Cineville Card).
Attenzione: Il biglietto si può acquistare online attraverso un link che vi sarà inviato al momento della prenotazione.

In alternativa potrà essere acquistato la sera stessa, direttamente alla cassa del cinema, ma solo se ci saranno ancora posti disponibili.

Di seguito alcune recensioni.

 

Una storia nobile per un Favino straordinario

di Francesco Alò Il Messaggero

Salvatore Todaro (Pierfrancesco Favino) fa yoga, adora sua moglie Rina, conosce il francese e il tedesco (quest’ultima lingua «Per necessità»), è convinto di essere già morto e di prevedere il futuro. Pare quasi non trovarsi lì, nella II Guerra Mondiale alleato dei nazisti (che attaccano «in branco» come le bestie) ma già altrove, forse in un futuro di pace. […]

 

La lezione del “Comandante” il militare che salvò i nemici in mare

di Alberto Crespi La Repubblica

È sempre rischioso raccontare un film attraverso due, tre battute della sceneggiatura. Ma nel caso di Comandante (in sala dall’ 1 novembre), premesso che nel film c’è molto altro, è inevitabile estrapolare tre frasi che risuonano all’inizio, al centro e alla fine del film. La prima battuta è: “Il fascismo è dolore”. Lo dice, al protagonista Salvatore Todaro (Pierfrancesco Favino, primus inter pares in un coro di militari italiani a guerra da poco iniziata, nel 1940), un medico dell’esercito che sta tentando di rimettergli in sesto la colonna vertebrale. All’inizio del film Todaro è un uomo semi- invalido pronto a diventare un ex militare: lo vediamo in atteggiamenti teneri con la moglie (Silvia D’Amico) che attende un bambino, ma poi la guerra chiama e il dovere prende il sopravvento. Todaro comanda un sommergibile, a capo di una ciurma di disperati pronti a diventare, loro malgrado, eroi; e a loro dice “qui a bordo non c’è il duce, né il re, ci siamo io e il Marcon”, alludendo al suo squinternato secondo. Dopo un drammatico passaggio dello stretto di Gibilterra (scena magnifica, grande suspense) il sommergibile incrocia nelle acque portoghesi di Madeira e lì, episodio storico al quale il film si ispira, affonda un mercantile belga (Paese neutrale, ma si capirà poi che la nave trasporta materiale bellico britannico). Quando i marinai belgi stanno per annegare, Todaro pronuncia la seconda frase: “Li tiriamo su”. Ordina, insomma, di salvarli. E quando a fine film il capitano belga gli chiede perché lo ha fatto, risponde: “Perché siamo italiani”. […] Insomma, quella frase (“siamo italiani”) non sembra un rigurgito di patriottismo bensì un auspicio, un invito a tutti gli italiani a salvare chi rischia di morire in mare, nel 1940 come oggi.

 

 

 

  • Organizzato da: Italian Cineclub, Het Ketelhuis
  • In collaborazione con: Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam